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Formazione, il presidente dei chirurghi: «Vado da Zaia»
di Ufficio 
RASSEGNA STAMPA del 29/07/2019 4055

«Se il governatore Luca Zaia ha voglia di ascoltarmi, prendo l’aereo e vengo in Veneto a presentargli il mio progetto per la formazione dei chirurghi». Lo promette il professor Pierluigi Marini, presidente dell’Associazione nazionale chirurghi ospedalieri (Acoi), che ha firmato «Distretto Formativo», piano per riqualificare la formazione della categoria in corsia.
«È un progetto di integrazione tra ospedale e Università, che punta a rendere i nuovi specialisti subito autonomi e a rendere nuovamente attrattiva la professione — spiega Marini —. Il fatto che non lo sia più è collegato alla carenza di medici, in particolare di chirurghi: siamo meno di 7mila e 1500 se ne stanno andando o in pensione, o dal privato o all’estero. Nel 2018 su 17mila neolaureati in Medicina solo 90 hanno scelto la Chirurgia generale».
Il motivo del disamore l’ha rilevato un sondaggio dell’Acoi tra i giovani camici bianchi: totale insoddisfazione del livello della specializzazione, con relativa difficoltà a entrare nel mondo del lavoro; e aumento spropositato del contenzioso medicolegale. L’Italia conta 36mila cause all’anno contro i camici bianchi e molti chirurghi, anche «senior», non vanno più in sala operatoria per paura di eventuali azioni legali.
«Il nostro progetto di formazione post lauream cambia il profilo giuridico degli specializzandi, che devono gradualmente avvicinarsi all’autonomia professionale, e garantisce prestazioni standard chirurgiche in tutta Italia — chiude il presidente Acoi —. Oggi molti pazienti sono costretti al turismo sanitario».