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SANITA’, CHIRURGHI: SCENARIO SERVIZIO SANITARIO PREOCCUPANTE, SERVONO SUBITO RISPOSTE DA ISTITUZIONI
di Segreteria 
RASSEGNA STAMPA del 06/06/2023 7410

Scatizzi, Presidente ACOI: “payback dispositivi medici, criticità nella formazione dei giovani, contenziosi e clinicizzazioni sono le principali cause dell’abbandono del SSN da parte dei chirurghi 45/55enni che vanno a capitalizzare i loro talenti nel privato o all’estero”.

E’ una fotografia a tutto tondo sulla chirurgia ospedaliera e sul Servizio Sanitario Nazionale quella che fa il Presidente dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani Marco Scatizzi durante ‘ACOI STUDIO’, il format di approfondimento on line della Società Scientifica, pubblicato oggi sui canali social ACOI. Un quadro generale che trova conferma anche nelle misure, con soluzioni ancora parziali, contenute negli articoli dedicati alla Sanità del ‘Decreto Bollette’ approvato lo scorso 25 maggio dal Senato.

“In questo 2023 - ricorda Scatizzi - abbiamo esordito per primi, e soli fra le società chirurgiche nazionali, nel mettere all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica il problema del ‘pay back’ una sorta di tassazione postuma, per sforamenti di spesa pubblica sanitaria indotti dall’attività svolta per garantire i LEA, a carico delle aziende che hanno fornito presidi medici, indispensabili al nostro lavoro. Il fatturato eccedente il tetto del 4,4 %, per gli anni 2018-2022, in due trance, cash, da versare entro gennaio, poi aprile, adesso giugno, non solo rischia di desertificare il settore con oltre 120.00 posti di lavoro a rischio, ma è una bomba ad orologeria per i nostri pazienti che rischierebbero di essere curati con presidi di serie B o C. In questi mesi ci siamo impegnati per accendere un faro sul tema ed abbiamo contribuito a suggerire anche soluzioni, che ancora sono sul tavolo dei Ministri di questo governo, che sebbene non abbiano responsabilità sulla genesi del problema, hanno il dovere di risolverlo”.

Durante l’intervista il Presidente ACOI Scatizzi ha sottolineato un altro problema, la formazione delle nuove generazioni di chirurghi “La crisi vocazionale, che riguarda anche altri Paesi in Europa, in’Italia è più acuta per diversi motivi. Il contenzioso legale, civile, penale, amministrativo, rappresenta ormai, per i ragazzi che si affacciano all’idea di diventare chirurghi, ed in particolare chirurghi generali, il primo ostacolo alla scelta. Per questo il prossimo 13 giugno porteremo le proposte ACOI nella commissione ministeriale per lo studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica istituita dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Ma questo non è l’unico motivo. La retribuzione, di gran lunga la più bassa d’Europa ed eguale ai nostri colleghi medici che hanno infinite responsabilità e fatiche in meno, è il secondo ostacolo al “sogno chirurgico”.

Altro tema affrontato durante ACOI Studio è stato la qualità di molte Scuole di Specializzazione in Italia: “qui si apre la voragine di una doppia criticità, afferma Scatizzi: la prima è la non applicazione ed i meccanismi che regolano la legge 402/2017, la seconda, ancor più strutturale, riguarda la formazione postlaurea, che potrebbe essere svolta negli Ospedali senza che per forza debba essere gestita dall’Università. ACOI su questo tema è granitica: dobbiamo agire subito! Come? Partendo da alcune “side visit”, eseguite dagli organi di controllo previsti dalla legge, su richiesta degli specializzandi, che hanno certificato l’inadeguatezza di alcune Scuole di chirurgia universitaria in particolare delle Scuole che non hanno attivato la Rete Formativa Ospedaliera prevista dalla 402. Stiamo approntando un documento che, formalizzi alcune proposte migliorative nell’interesse della qualità e della regolarità della formazione chirurgica post laurea, e che dia il giusto riconoscimento ai chirurghi ospedalieri che si impegnano in questa attività. Accanto a queste formalizzeremo anche una proposta legislativa per prevedere la possibilità di acquisire il titolo di Specialista con un percorso ospedaliero, verificato, certificato ed accreditato dal SSN, come per altri versi era già possibile 30 anni fa, con una serie di garanzie adeguate per i chirurghi in formazione e per i pazienti”.

Durante la puntata odierna si è parlato anche dell’Autonomia differenziata in discussione al Senato e delle clinicizzazioni, tema sollevato anche dai Coordinatori regionali ACOI: “Sulle clinicizzazioni siamo totalmente in disaccordo: la 517/93 regola i rapporti fra Università e Servizio Sanitario Nazionale, sancendo una serie di vincoli per l’affidamento della direzione delle Strutture assistenziali ai professori universitari, che ricordiamolo, hanno come loro primo dovere l’insegnamento e la ricerca, e l’affidamento della direzione delle Strutture come necessario supporto, in medicina, a queste attività, dove il sapere è inscindibile dal saper fare. La legge prevede l’affidamento diretto solo nelle Aziende Ospedaliero-Universitarie, invece c’è la tendenza all’affidamento diretto della direzione anche per le strutture afferenti ad ASL territoriali, anziché attivare i concorsi, con la frustrazione delle lecite aspettative di carriera dei colleghi ospedalieri. Questo è inaccettabile e fuori dalle regole. E poi non è comprensibile l’obbligo del Corso di formazione manageriale per i chirurghi ospedalieri e non per quelli universitari, come se il titolo accademico avesse intrinsecamente anche la capacità di preparare alla gestione delle Unità Operative. Anche su questo stiamo preparando un documento da inviare a Presidenti di Regione, Assessori e Direttori di assessorato per diffidarli dal procedere in tal senso. Tutto questo - conclude Scatizzi - contribuisce, da una parte al continuo calo vocazionale, dall’altro al sempre più frequente abbandono del SSN da parte dei chirurghi 45/55enni che vanno a capitalizzare i loro talenti nel privato o all’estero, con un danno irreparabile per la Chirurgia ospedaliera italiana, per i pazienti, per l’intero Paese”.
 

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