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SANITA’, CHIRURGHI: RAPPORTO AGENAS SU MOBILITA’ SANITARIA RENDE NECESSARI INTERVENTI STRAORDINARI
di Segreteria 
FOCUS ON del 17/10/2022 6857

I dati diffusi da Agenas dimostrano in maniera esplicita come negli ultimi due anni la mobilità sanitaria dal Sud al Nord del nostro Paese si sia ridotta notevolmente: i pazienti che hanno scelto di restare nella propria regione per farsi curare è cresciuto, solo nell’ultimo anno, del 15% con punte del 34% per chi prima si recava in Lombardia o del 25% per chi sceglieva la sanità Toscana. Quelli della mobilità sanitaria però non sono i soli numeri che certificano lo stato di salute del nostro sistema. Sono numeri importanti che, se sommati ai 98milioni di visite specialistiche saltate, al milione di interventi chirurgici rinviati a causa della pandemia e ai ritardi accumulati nelle liste di attesa significa che siamo all‘anno zero’ per il Servizio Sanitario Nazionale

E’ quanto dichiara Marco Scatizzi, Presidente ACOI - Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani.

“A fronte di questo scenario - continua Scatizzi - è necessaria una riorganizzazione del nostro sistema sanitario: se da un lato le strutture ospedaliere pubbliche mettono in evidenza, finalmente, le eccellenze professionali presenti nel sud Italia e che sanno fronteggiare bene le esigenze dei pazienti, dall’altro ci troveremo di fronte ad una conseguenza insopportabile, cioè liste d’attesa che continuano ad allungarsi con il rischio per la salute dei nostri pazienti affetti da malattie tempo-dipendenti. Per questo è necessario che il nuovo Governo, il nuovo Parlamento e le Regioni mettano in campo azioni efficaci e strutturali che possano evitare, in queste condizioni, l’implosione della Sanità Pubblica”.

“Cosa fare? Negli ultimi 2 anni - conclude la nota - siamo passati da 7000 a 6000 chirurghi mentre dovremmo essere oltre 10mila. Avevamo chiesto a gran voce tutele, tecnologia e personale formato per recuperare il tempo perso durante il periodo Covid ma non vediamo ancora sufficienti risorse. Per abbattere le liste d’attesa c’è una sola strada: bravi chirurghi e tanta buona tecnologia per permettere ai nostri ospedali, dal Sud al Nord Italia, di lavorare al 150% rispetto a prima”.


Roma, 13 ottobre 2022