Conclusi oggi a Roma i lavori del 41° Congresso Nazionale dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani che si è tenuto al Centro Congressi La Nuvola dell’Eur.
“E’ stato un congresso straordinario per partecipazione, per presenza dei rappresentanti istituzionali e delle più alte cariche dello Stato, per contributi scientifici. Siamo fortemente soddisfatti del contributo che questo appuntamento ha dato per il rilancio della sanità in questo Paese ma sono preoccupato, molto preoccupato, dei dati che sono emersi dal sondaggio che abbiamo presentato ieri e che ha coinvolto oltre 300 giovani chirurghi: quando più del 40% vuole abbandonare la professione perché la stragrande maggioranza lavora ben più di quanto sarebbe previsto da contratto e il 73% del tempo è speso in burocrazia e solo l’8% in sala operatoria, significa che qualcosa, nel sistema, non sta funzionando”. E’ quanto dichiara Marco Scatizzi, Presidente ACOI - Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani.
“Proprio per questa situazione - continua Scatizzi - abbiamo deciso di istituire un dipartimento formativo: dove non arrivano le istituzioni, dove non arrivano le scuole di specializzazione, dove non arriva un percorso ospedaliero non gestito, abbiamo il dovere di proporre un percorso dell'assistente in formazione dentro al Distretto Formativo. Vogliamo aiutare le nuove generazioni di chirurghi a restare in questa professione e, soprattutto, vogliamo che restino in Italia. E’ doloroso pensare che tanti ragazzi scelgano di andare all’estero perché trovano condizioni lavorative migliori, migliori retribuzioni e un riconoscimento completo della loro professionalità. Ma è ancora più doloroso e preoccupante scoprire che questo Paese sta espellendo professionisti che salvano vite. Nessuno se lo può permettere”.
“Così come continueremo ad essere disponibili al confronto con le istituzioni ma anche determinati: vogliamo che dopo gli impegni presi dal Governo durante il nostro Congresso, il Parlamento approvi subito un nuovo atto legislativo sul contenzioso medico legale. Nessuno di noi vuole immunità - conclude la nota. Vogliamo semplicemente lavorare al meglio per i nostri pazienti senza vivere con la spada di Damocle dei contenziosi che nel 97% dei casi vanno in archiviazione”.
Roma, 13 settembre 2023
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