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Diagnosi errata o tardiva: il medico è sempre responsabile?

Quando si parla di mala sanità spesso si parla anche di errore medico nei confronti del professionista che ha cagionato la morte di un paziente o la compromissione irrimediabile delle sue condizioni di salute.
Quando si parla di diagnosi errata o effettuata in ritardo in un paziente affetto da una grave patologia, entrano in gioco diversi fattori, per esempio l'impossibilità di effettuare delle scelte terapeutiche corrette, la riduzione dei giorni di vita e della qualità di vita nel periodo restante. E' il caso di precisare che se la morte del paziente è stata cagionata proprio da un errore professionale e quindi l'accertamento tempestivo della patologia avrebbe consentito, con dei trattamenti appropriati, di evitare il decesso allora non vi sono dubbi purtroppo sulla responsabilità e anche sul risarcimento del danno ma i casi così chiari sono assolutamente poco frequenti e molto spesso nonostante l'evento avverso non costituisca errore bensì complicanza e un intervento tempestivo a seguito di diagnosi corretta non garantisce comunque la salvezza del paziente e il decesso si sarebbe avuto comunque il medico chirurgo è da considerarsi comunque responsabile?