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LA RESPONSABILITÀ MEDICA: UN SISTEMA NO FAULT. UN ESEMPIO PER L'ITALIA

Il 1 dicembre si è tenuto a Roma presso il Palazzo Santa Chiara, Pantheon, un incontro di studio "Chirurgia Ospedaliera: facciamola vivere, non sopravvivere" .
L'occasione ha consentito un profilo di comparazione sul sistema francese e inglese nonchè per illustrare ai partecipanti le proposte ACOI alla Commissione Nordio per un deflattivo del contenzioso. Tra le proposte, significativa è quella sulle Commissioni Regionali Stragiudiziali di Conciliazione ispirate alla soluzione della Francia e di Bolzano.
“No Fault” significa “nessuna colpa”.
Declinandolo in termini sanitari, potrebbe indicare un sistema di indennizzo per determinate casistiche di eventi senza colpa, vale a dire che in ambito sanitario anziché cercare a tutti i costi il “colpevole” di un evento avverso, si preferisce indennizzare la vittima del sinistro, comprendendone le cause per prevenire casi analoghi. Il modello muove i primi passi nel 1974 in Nuova Zelanda, laddove si introduce un sistema pubblico di indennizzo globale degli infortuni per tutti i cittadini, finanziato mediante la tassazione generale, le accise sulla benzina, le imposte sulle licenze di guida ecc. Il programma viene gestito dall'ACC (Accident Compensation Corporation), corrispondente all'INAIL, che costituisce delle “riserve” che permettono di stanziare fondi per le richieste di rifusione annuale.
Lo schema si diffonde successivamente nel continente europeo, nell'emisfero scandinavo – Svezia, Danimarca e Finlandia.