Dopo un periodo di trasparenti garanzie per chi subìva un'indagine riappaiono all'orizzonte (dannose) indagini contro “ignoti” nei processi di responsabilità medica. A Napoli come a Roma e altre Procure sta prendendo il via una prassi assolutamente incondivisibile già a suo tempo combattuta e arginata che non può essere tollerata e ripristinata perchè lesiva dei diritti della difesa.
Accade che con la scusa che il novero degli indagati è ampio e non si vorrebbe danneggiare gli interessati, alcuni PM al verificarsi di un evento avverso grave come la morte di un paziente e conseguente inoltro di denuncia, sequestrino le cartelle cliniche e diano incarico ai propri consulenti tecnici (un medico legale e/o anatomopatologo e un clinico specialista della branca interessata), avvisando solo il denunciante/parte offesa dell'esame autoptico, ignorando i medici e i loro possibili avvocati, perchè il processo è “contro ignoti”.